La Madia

“Madia senza pane, cucina senza sale, cantina senza vino, si fa un mal mattino”

Questo proverbio stava nella cucina di una giovane sposa di un secolo fa. Il sale, il pane, il vino, elementi vitali e sacri delle nostre radici mediterranee e rurali.

Cos’è una “madia”? Meglio, cos’era. 

Nel nostro dialetto si chiamava “mattra”, un mobile credenza, indispensabile nella cucina, essenziale per la buona conduzione della economia familiare per ogni massaia di rispetto. Una piccola dispensa, vi si conservava principalmente, farina appena macinata, il lievito,  le pagnotte del pane cotto in casa che dovevano servire per il fabbisogno di una famiglia numerosa per almeno una settimana, fino al giorno in cui si riavviava il forno a legna, giorno dedicato alle cotture.

All’occorenza, si trasformava in spianatoia, grazie alle astuzie del falegname, che prevedeva un ripiano a scomparsa, e allora ci si poteva lavorare la pasta fatta in casa, o gli gnocchi, o la “torta” (la versione più  povera e originaria del pane locale – http://www.umbriatourguide.com/it/news-sull-umbria_1/la-torta-al-testo_27.html) …

Un mobile molto simbolico che profumava di grano e di buono.

Da adolescente, in un mio momento creativo, ho spezzato questa sacralità, trasformando una vecchia madia malandata in uno spendido “complemento di arredo” pop-art, accuratamente laccato di giallo, orgogliosa del “riuso” intelligente dell’antico.

Ora però la mia vecchia madia è tornata al suo tradizionale scopo, fa foggia di sè nel suo bel legno semplice, al centro della cucina, mobile solido come le nostre radici, “sacro” come il pane della più genuina cultura mediterranea e rurale.

La Madia arreda ancora oggi le cucine dei tanti Musei Regionali della Tradizione Contadina, se ne trovano alcune nei mercatini dell’usato …  e la storia continua ai corsi di Cucina HappyCooking!

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